Morbo di Parkinson / malattia di Parkinson
Il morbo di Parkinson è una delle malattie più frequenti del sistema nervoso. La frequenza varia da paese a paese e da regione a regione e si attesta tra 18 e 194 pazienti per 100.000 abitanti. La probabilità di sviluppare la malattia è pressoché uguale per uomini e donne, anche se alcuni studi indicano che gli uomini sviluppano la malattia con una frequenza leggermente superiore rispetto alle donne.
La malattia di Parkinson, o morbo di Parkinson (ulteriori denominazioni: parkinsonismo idiopatico, parkinsonismo, colloquialmente anche malattia del tremore, denominazione precedente: Paralysis agitans per “paralisi agitante/morbo di Parkinson”) indica una perdita progressiva e lenta delle cellule nervose. Dato che si tratta di una malattia neurodegenerativa incurabile, è annoverata tra le malattie degenerative del sistema motorio extrapiramidale. La malattia più conosciuta è il morbo di Parkinson, una sindrome idiopatica (ossia senza cause esterne note o genetiche). In presenza, al contrario, di una causa esterna definibile, si parla di parkinsonismo secondario o sintomatico. Laddove il quadro clinico neurodegenerativo con un diverso modello di danno presenti in parte anche altri sintomi, si parla di parkinsonismo atipico.
- Insufficienza di dopamina
Il morbo di Parkinson è una malattia degenerativa del sistema motorio extrapiramidale o dei gangli basali. Causa la morte delle cellule nervose preposte alla produzione di dopamina. I primi sintomi sono evidenti laddove si verifichi la degenerazione dal 55% al 60% circa di queste cellule dopaminergiche. L'insufficienza di dopamina causa infine uno squilibrio nella funzionalità dei gangli basali che si verifica con due modalità. La quantità del neurotrasmettitore glutammato è relativamente in eccesso. L'attivazione motoria della corteccia cerebrale è infine ostacolata dal talamo. Questo causa i sintomi principali quali rigidità, tremore e ipocinesia, ma anche rallentamento dei processi mentali (bradifrenia).
Cause esterne
Tra i fattori esterni del Parkinson vi sono determinate tossine, le cosiddette neurotossine, che vanno a danneggiare la substantia nigra. Queste tossine vengono assorbite di norma nell'ambito dell'attività lavorativa o in seguito a inquinanti. Studi effettuati in Canada hanno rilevato una correlazione tra l'impiego di elevate quantità di Paraquat e un'insorgenza ampiamente sopra la media di casi di Parkinson nella regione interessata. Un ulteriore pesticida considerato fattore scatenante del morbo di Parkinson è l'insetticida rotenone. In Francia, il Parkinson è stato riconosciuto dal 2012 come malattia professionale degli agricoltori nei soggetti che sono rimasti a contatto con pesticidi per almeno dieci anni. Tra le ulteriori cause, l'ereditarietà (predisposizione), i traumi subiti (ad esempio per i pugili), infezioni e l'esposizione prolungata in ambienti caratterizzati da muffa.
Conseguenze a lungo termine
La progressione della malattia di Parkinson (morbo di Parkinson, parkinsonismo) non è prevedibile con certezza. Tipicamente, il decorso del Parkinson è lento: tuttavia, la velocità con cui questo accade e le disabilità che ne derivano possono variare sensibilmente da persona a persona. Alcuni pazienti, anche dopo molti anni di malattia, presentano solo lievi ripercussioni. Altri, invece, devono far fronte sin da subito a disturbi e devono fare affidamento ai trattamenti mano a mano che il decorso avanza. Il Parkinson ad oggi non è curabile e anche una terapia precoce non è in grado di prevenire l'avanzamento della malattia. Tuttavia, un trattamento personalizzato agisce in modo positivo sulla prognosi. A seconda dell'avanzamento del Parkinson, aumenta anche il rischio di complicanze. Tra queste, le infezioni del tratto respiratorio, ad esempio infiammazioni polmonari, cadute gravi o difficoltà di deglutizione. Queste complicanze possono rivelarsi a volte fatali.
Oggi non esiste ancora un trattamento all'origine del morbo di Parkinson in grado di prevenire o quantomeno arrestare l'avanzamento degenerativo delle cellule nervose. Pertanto, è necessario affidarsi a un trattamento dei sintomi, che fornisce risultati sempre migliori, consentendo ai pazienti di vivere una vita pressoché priva di disabilità almeno nei primi anni (talvolta anche decenni) della malattia.
La vera priorità è la terapia farmacologica. Al contempo, è altrettanto importante che la persona affetta continui a preservare le sue facoltà motorie e alleni il sistema cardiocircolatorio. Pertanto, ogni paziente viene trattato anche mediante fisioterapia ed ergoterapia. In quest'ottica, il maggior potenziale di kybun è quello di contribuire e supportare la terapia.
Inoltre, circa il 50% dei pazienti prende in considerazione anche metodi di trattamento alternativi, tra i quali ad esempio meditazione, yoga o l'agopuntura.
Principio di efficacia di kybun – Agire in modo proattivo
La scarpa kybun è dotata di una suola elastico-molleggiata che promuove la coordinazione e la forza dei piedi, ma anche di tutto il corpo. Inoltre chi la indossa potrà percepire meglio il terreno grazie alla suola: questo permetterà di acquisire sicurezza nel camminare e stimolerà la sensibilità dei piedi. In questo modo, l'aspetto sensomotorio e propriocettivo della persona affetta viene promosso e allenato attivamente. Sintomi quali vertigini, difficoltà di deambulazione, disturbi legati a coordinazione ed equilibrio possono essere quindi trattati con in modo molto efficace grazie alla scarpa kybun. Nel lungo periodo, è possibile affrontare i sintomi del morbo di Parkinson, preservando la mobilità e la qualità di vita dell'individuo.
Per informazioni sulle tipiche reazioni iniziali di chi utilizza per la prima volta il kyBounder e le kyBoot cliccare su questo link:
Reazioni iniziali
Ad oggi non sono state rilevate reazioni iniziali specifiche nel morbo di Parkinson.
Per informazioni sugli esercizi speciali con le kyBoot e gli esercizi basilari da eseguire sul kyBounder cliccare qui: Esercizi kybun
Lasciare abbastanza tempo all'inizio perché il corpo si abitui alla nuova sensazione di camminare in piedi.
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