Opinioni su kybun
Sono passati di sicuro 10 anni prima di riuscire a ricominciare a vivere in un certo qual modo. Da 5 anni vivo molto meglio e ora vorrei muovermi senza provare dolore. È per questo che ho scelto la scarpa kybun. Indosserò questa scarpa per tutta la mia vita. Questa per me è una vera gioia.
Heidi Frei da Svizzera
La sento in tutto il corpo. La spasticità alla spalla e al braccio si è drasticamente ridotta. Qualche dolore c’è sempre, è ovvio. La spasticità dal braccio ha coinvolto anche il petto. Ho provato dolore e tensione fisica e finalmente oggi non è più così. Non ne soffro più. Sono molto più rilassata, la mia schiena è più flessibile e riesco anche a sollevare il braccio. Questo risultato è stato la conseguenza del rilassamento della muscolatura che è avvenuto grazie alla scarpa kybun. La scarpa mi ha dato questi benefici.
Heidi Frei da Svizzera
Per esempio, mia madre e mio fratello mi hanno detto che ero molto più agile nel camminare. Me ne rendo conto io stessa, anche se non in senso assoluto, ma i riscontri ci sono perché sono più agile nel camminare. Sono molto più in forma durante il giorno perché i dolori non sono gli stessi e la mia energia non ne risente come prima.
Heidi Frei da Svizzera
Voleva essere, in realtà, un tentativo. Non potevamo contare su alcun principio scientifico che ne garantisse l’effettivo successo. Con stupore abbiamo poi dovuto constatarlo anche per i cosiddetti disturbi del movimento di natura neurologica, come la SM o il Parkinson. Ovviamente abbiamo anche pazienti con paralisi insorte, ad esempio, dopo un trauma cranico. Li abbiamo fatti camminare sul tappeto morbido ed elastico kyBounder. Abbiamo notato che la situazione è migliorata dal punto di vista clinico. Per i pazienti affetti da Parkinson, ad esempio, questo ha comportato una riduzione improvvisa, se non addirittura, una completa eliminazione dei medicinali assunti. Non hanno manifestato più alcun tremore. Anche nei pazienti affetti da SM, abbiamo constatato un miglioramento, anche se sono stati per lo più i pazienti affetti da Parkinson a trarne effettivamente i massimi benefici. Tuttavia, anche i paralitici hanno constatato miglioramenti a livello di movimento. Come sia stato possibile arrivare a tanti miglioramenti, resta tutt’ora per noi un enigma, non riusciamo a spiegarcelo. Possiamo affermare dunque soltanto una cosa: la stimolazione della prioprocezione e degli arti inferiori comporta anche una stimolazione del tessuto cerebrale perché torna ad attivare determinate interazioni finora interrotte. Questo è tipico nei pazienti con Parkinson. Siamo ancora molto lontani dal poter affermare che questi risultati possano sortire lo stesso effetto su altri malati di Parkinson. Certo, che si tratti di una conseguenza è un dato di fatto tanto sorprendente, quanto rassicurante. Sarà d’aiuto a questi pazienti.