Opinioni su kybun
Cosa le è piaciuto di più del giro sperimentale. In linea di massima mi è piaciuto tutto. La cosa più particolare è stata il tapis roulant e questo dispositivo, il SensoPro. È geniale. È la preparazione ideale per sciare. Da quanto tempo indossa le scarpe kybun? Ho avuto delle operazioni alle anche. Due, tre anni fa entrambe e da allora indosso le scarpe kybun. Ne sono entusiasta. Sono fantastiche. Ne ho sei paia. Consiglierebbe il giro sperimentale ad altre persone? Assolutamente sì! È veramente particolare. Ho imparato anche a camminare con consapevolezza. L’avevo trascurato. Nel Nordic Walking lo faccio, ma quando cammino normalmente non lo prendo in considerazione. Mi sono disabituato. L’ho imparato qui ora ed è molto prezioso per me.
Ursula Glauser dalla Svizzera
Voleva essere, in realtà, un tentativo. Non potevamo contare su alcun principio scientifico che ne garantisse l’effettivo successo. Con stupore abbiamo poi dovuto constatarlo anche per i cosiddetti disturbi del movimento di natura neurologica, come la SM o il Parkinson. Ovviamente abbiamo anche pazienti con paralisi insorte, ad esempio, dopo un trauma cranico. Li abbiamo fatti camminare sul tappeto morbido ed elastico kyBounder. Abbiamo notato che la situazione è migliorata dal punto di vista clinico. Per i pazienti affetti da Parkinson, ad esempio, questo ha comportato una riduzione improvvisa, se non addirittura, una completa eliminazione dei medicinali assunti. Non hanno manifestato più alcun tremore. Anche nei pazienti affetti da SM, abbiamo constatato un miglioramento, anche se sono stati per lo più i pazienti affetti da Parkinson a trarne effettivamente i massimi benefici. Tuttavia, anche i paralitici hanno constatato miglioramenti a livello di movimento. Come sia stato possibile arrivare a tanti miglioramenti, resta tutt’ora per noi un enigma, non riusciamo a spiegarcelo. Possiamo affermare dunque soltanto una cosa: la stimolazione della prioprocezione e degli arti inferiori comporta anche una stimolazione del tessuto cerebrale perché torna ad attivare determinate interazioni finora interrotte. Questo è tipico nei pazienti con Parkinson. Siamo ancora molto lontani dal poter affermare che questi risultati possano sortire lo stesso effetto su altri malati di Parkinson. Certo, che si tratti di una conseguenza è un dato di fatto tanto sorprendente, quanto rassicurante. Sarà d’aiuto a questi pazienti.