Opinioni su kybun
Le indosso tanto e in effetti non ho più dolori ai piedi e alla schiena.
Bettina Forrer lavora come impiegata nel settore dei servizi, Svizzera
Che cosa ha da dire lo specialista in ortopedia e chirurgia traumatologica sul concetto di kybun?
Dr. med. Sabine Bleuel, ortopedica, traumatologa, chirurgo delle mani e dei piedi
Due settimane fa, mia moglie ha acquistato un paio di kybun (Bern) e ora le adora! Qualche tempo fa soffriva di forti dolori ai piedi dovuti all’impianto di una protesi per l’articolazione del ginocchio, ma ora dice che la situazione è migliorata notevolmente. Adesso anche i suoi collaboratori desiderano acquistarne un paio!
Fuori campo del parlante proveniente dal Montana, USA
Ho acquistato lo scorso autunno il mio primo paio di kyBoot, dal momento che non riuscivo a liberarmi delle conseguenze riportate dall’incidente che avevo subito nell’estate 2013. Quello strappo muscolare plurimo al polpaccio destro era proprio ostinato. Sei mesi di fisioterapia, ultrasuoni (15 cm di ematoma tra le fibre muscolari), radiografie e RM. Un’ulteriore sessione di fisioterapia con onde d’urto. Agopuntura
e massaggi risoluti. Un sollievo solo apparente e a breve termine, dal momento che il successo sembrava irraggiungibile. Quando mi alzavo, si presentavano infatti dolori al piede destro. La cosa faceva impazzire persino i medici. Perché sentivo dei dolori al piede, quando il danno era a carico della muscolatura del polpaccio? A ottobre 2014 ho deciso di provare un paio di kyBoot. La consulenza, estremamente cordiale ed esaustiva, non poteva che convincermi a lasciare il negozio con un paio di kyBoot. Da allora non me ne sono più separato. Sia nel tempo libero, che a lavoro. Mi hanno permesso di fare anche qualche leggera escursione. Malgrado i dolori e l’opinione contraria del medico di base, ho continuato a dedicarmi al mio sport preferito: il ballo a coppie (swing, jive... per citare i tipi di danza più movimentati). Il tutto accompagnato dalle sedute settimanali di training muscolare, stretching e così via. Sempre in autunno, il medico mi aveva prescritto una visita nella clinica di Etzel e una seconda visita straordinaria presso il medico sportivo che trattava il mio caso. Mi fissarono un appuntamento “relativamente a breve termine” per il 22 gennaio 2015. I dolori, tuttavia, iniziarono a diminuire, tanto che il giorno dell’appuntamento non ne avevo più. Il mio medico mi consigliò di presentarmi comunque alla visita. I medici della clinica rimasero stupefatti. Radiografie e domande. Com’era possibile che non si vedesse niente? Su questo entrambi gli specialisti erano d’accordo: dalle immagini non emergeva più alcun disturbo. Uno dei due pensò che il merito del riassestamento della mia leggera pronazione fosse da ricercare nelle sottilissime solette delle scarpe (in che modo?). Il medico dello sport riteneva che il merito fosse mio, per aver eseguito tutto correttamente. MOBILITÀ! Elogiava il lavoro svolto e gli strumenti utilizzati nell’ultima sessione di fisioterapia (sessione unica di terapia a onde d’urto e agopuntura). A ogni modo, era più che convinto che a far scomparire i dolori fosse stato il continuo movimento. Grazie alle kyBoot. Il suo consiglio? Continuare su questa strada. kyBoot, sport, ballo e così via. (Lui era contrario all’uso di solette!) I dolori erano, in ogni caso, conseguenza della posizione antalgica che avevo assunto a seguito dell’incidente e che continuavo a tenere anche successivamente. È stato solo grazie alla continua libertà di movimento del piede, se sono riuscito a tornare spontaneamente “in carreggiata”. Ebbene sì. Non posso che ringraziare di cuore kybun!